Il  Garante per la privacy italiano ha comminato 10.000 euro di sanzione ad un ospedale toscano per aver inoltrato ad un destinatario errato una relazione  medica contenente le informazioni sulla salute e la vita sessuale di una coppia. La medesima sanzione è toccata anche ad un ospedale dell’Emilia-Romagna per aver consegnato a pazienti sbagliati le cartelle cliniche di altri degenti. Le sanzioni sono state ad ogni modo contenute in  quanto entrambi gli ospedali hanno dimostrato alta cooperazione con il Garante,  il quale ha altresì potuto appurare che si è trattato di casi isolati. Più  alta è stata invece la sanzione toccata ad una Asl dell’Emilia-Romagna  (50.000 euro): nel caso specifico una paziente aveva esplicitamente richiesto  su un modulo che nessun terzo soggetto (neppure i familiari) fosse informato  circa il suo stato di salute; un’infermiera del reparto dove la donna stava  eseguendo delle terapie, non essendosi accorta del modulo inserito nella cartella clinica ha contattato telefonicamente il numero di casa della  paziente registrato nell’anagrafe aziendale, parlando così con un familiare.