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31.10.2025
Quando AWS va giù, cade mezzo mondo: il blackout che rivela la fragilità del cloud globale
Amazon Web Services (AWS) è uno dei colossi digitali più potente al mondo, la sua infrastruttura è utilizzata da miliardi di utenti e controlla circa un terzo del mercato globale del cloud, seguita da Microsoft Azure (20%) e Google Cloud (13%). Insieme, le tre Big Tech gestiscono quasi due terzi dell’infrastruttura digitale mondiale e se una di loro vacilla, tutto il mondo digitale va in ginocchio. Anche il Polo Strategico Nazionale, creato per rafforzare l’autonomia digitale del Paese, si appoggia a infrastrutture di Amazon, Google e Microsoft. La dipendenza da questi pochi, enormi fornitori, mette in luce un problema rilevante che molte aziende non tengono in considerazione all'interno dei propri piani strategici: il cosiddetto "single point of failure".
Il blackout che ha colpito AWS nella regione US-East-1 (Virginia, USA), la mattina del 20 ottobre, ha causato la paralisi di migliaia di piattaforme digitali in tutto il mondo: da Snapchat, Zoom e Coinbase fino a servizi essenziali in Italia come Poste Italiane, Agenzia delle Entrate e Intesa Sanpaolo. Il problema — secondo Amazon — è nato da un errore nel sistema DNS che gestisce la risoluzione degli indirizzi web, aggravato da malfunzionamenti ai meccanismi di bilanciamento del carico. Non si è trattato, quindi, di un attacco informatico ma un semplice errore interno in un punto nevralgico dell’infrastruttura globale.
Il cloud porta innumerevoli benefici alle aziende (efficienza, scalabilità, risparmio) ma, allo stesso tempo, comporta anche una serie di rischi che non devono essere sottovalutati: perdita di competenze interne e crescente dipendenza da infrastrutture esterne, spesso fuori dal controllo nazionale o europeo. L’efficienza del cloud ha un prezzo, e quel prezzo si chiama fragilità sistemica.
Senza dimenticare un aspetto importante: i nostri dati critici sono ancora ospitati negli Stati Uniti, nonostante normative come il GDPR, che da anni impone che i dati europei restino in Europa, e il nuovo regolamento DORA, che richiede agli istituti finanziari piani concreti di continuità operativa e la possibilità di cambiare fornitore in caso di guasto.
Il blackout di AWS non è solo un incidente tecnico: è un campanello d’allarme geopolitico e industriale. Perché se un problema a migliaia di chilometri di distanza riesce a fermare i nostri servizi pubblici, non è solo un guasto informatico ma un problema di dipendenza strutturale.
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