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20.5.2025

Meta nella bufera: i dati degli utenti UE usati per addestrare l’IA senza consenso

A partire dal 27 maggio 2025, Meta ha annunciato l’intenzione di utilizzare i contenuti pubblici di Facebook e Instagram degli utenti europei per addestrare i propri modelli di intelligenza artificiale. Invece di chiedere un consenso esplicito (opt-in), l’azienda si affida a una presunta base giuridica di “interesse legittimo”, lasciando agli utenti solo la possibilità di opporsi (opt-out). Questa strategia ha sollevato forti critiche da parte di associazioni per la tutela della privacy, tra cui noyb (organizzazione fondata da Max Schrems) e la Verbraucherzentrale del Nord Reno-Westfalia. Entrambe le organizzazioni contestano la legittimità dell’approccio di Meta, ritenendolo in violazione del Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR), che richiede un consenso libero, informato e inequivocabile per l’uso dei dati personali a fini non essenziali.

Il 30 aprile 2025, la Verbraucherzentrale ha inviato a Meta una lettera di diffida, chiedendo l’interruzione dei piani e minacciando azioni legali in caso di mancata risposta. Noyb ha fatto lo stesso e, in base alla nuova direttiva UE sulle azioni collettive, è pronta a presentare ingiunzioni in varie giurisdizioni europee. Se le autorità dovessero dar loro ragione, Meta potrebbe essere obbligata a smantellare tutti i modelli di IA addestrati in modo illecito, con danni potenzialmente miliardari. Un punto particolarmente critico riguarda la possibilità concreta di rispettare i diritti degli utenti previsti dal GDPR, come il diritto all’oblio o alla rettifica dei dati. Inoltre, l’uso di modelli open source, come il LLaMA di Meta, rende difficile, se non impossibile, revocare i dati già incorporati nei sistemi.

La questione tocca anche persone che non hanno un account Meta ma che compaiono nei contenuti pubblicati, esponendole al rischio di trattamento dei loro dati senza alcuna possibilità di opposizione. Inoltre, distinguere tra utenti che hanno accettato o rifiutato l’uso dei propri dati — o che si trovano sotto giurisdizioni diverse — rappresenta una sfida tecnica rilevante e forse insormontabile.

A oggi, le autorità per la protezione dei dati europee non hanno preso una posizione ufficiale univoca, limitandosi a informare gli utenti delle loro opzioni di opposizione. Secondo noyb, questo silenzio rischia di lasciare campo libero a Meta, rendendo necessario l’intervento di ONG e azioni legali per tutelare i diritti digitali dei cittadini europei. In sintesi, la scelta di Meta di procedere senza consenso esplicito sta generando un’ondata di reazioni legali e potrebbe esporre l’azienda a gravi conseguenze finanziarie e reputazionali, nel caso in cui le autorità europee confermassero l’illiceità del trattamento dei dati per la formazione dell’IA.