In base all'ultimo rapporto statistico redatto da Federprivacy presso diverse  fonti istituzionali appartenenti allo SEE (Spazio Economico Europeo), con  riferimento alle sanzioni privacy europee del 2019, l'autorità più severa è  risultata l'ICO del Regno Unito, che ha irrogato multe per 312 milioni di  euro, pari al 76% del totale complessivo delle nazioni prese in esame. Tra le  autorità più attive abbiamo l'Italia con 30 sanzioni, l'autorità spagnola (AEPD) con 28 e quella rumena (ANSPDCP) con 20. Il rapporto evidenzia che vi  sono altre autorità di controllo come l'Irlanda e il Lussemburgo, dove hanno la propria sede la maggior parte delle multinazionali straniere che trattano dati personali su larga scala, che ancora oggi non hanno irrogato le prime sanzioni. Le sanzioni nel 44% dei casi hanno riguardato trattamenti illeciti di dati,  nel 18% dei procedimenti sono state riscontrate insufficienti misure di  sicurezza, e una multa su cinque è scaturita dalla omessa o inidonea  informativa (9%) o dal mancato rispetto dei diritti degli interessati (13%);  il 9% delle sanzioni sono scattate a seguito di incidenti informatici o altri data breach.